Notizie storiche

Dal 24 maggio 2005, giorno in cui sono stati inaugurati i nuovi locali, la Biblioteca dell’Istituto Teologico San Tommaso, aggregato alla Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salsiana, è intitolata a Don Candido Ravasi.
In effetti, la costituzione della Biblioteca si deve all’iniziativa, al coraggio e alla lungimiranza di Don Ravasi, Direttore dell’Istituto Teologico S. Tommaso, negli anni 1953-1958.Quando Don Ravasi giunse a Messina, la Biblioteca dell’Istituto Teologico si riduceva ad appena un centinaio di volumi di argomento puramente scolastico.
Con l’intuito che gli era proprio e con l’entusiasmo che lo caratterizzava, Don Ravasi si mise subito all’opera, per dotare l’Istituto Teologico della Biblioteca di cui aveva bisogno.Scrivendo di suo pugno migliaia di lettere, si rivolse a chi poteva aiutarlo, inviando libri in dono o offerte in denaro: scrisse a uomini di Chiesa (cardinali, vescovi, parroci, sacerdoti…), a centri culturali di vario tipo, a uomini politici, di cultura, di governo, ad ambasciate, consolati, accademie.
I risultati di tale enorme fatica non si fecero attendere: nel giro di tre-quattro anni, arrivarono a Messina circa 10.000 volumi in dono per la Biblioteca e arrivarono anche offerte in denaro, da piccole offerte di appena 100 lire, ad offerte grosse sino a 15/20 mila lire.
Tra gli anni 1956 e 1958, Don Ravasi riuscì a mettere a disposizione della Biblioteca per gli acquisti di libri la notevolissima somma di L. 4.167.630, che equivalgono a ca. 60.000,00 euro di oggi.Si conservano ancor oggi due grossi quaderni con l’elenco dei donatori, che Don Ravasi fece compilare, man mano che arrivavano i volumi o le offerte in denaro: a tutti rispondeva per ringraziare, usando sempre carta e penna.
Coloro che contribuirono in modo notevole all’incremento della Biblioteca sono ricordati in un apposito Libro d’oro dei benefattori della Biblioteca, esposto nella sala di lettura. Nell’elenco sono presenti il servo di Dio, Giorgio La Pira, l’arcivescovo di Milano G.B. Montini, poi papa Paolo VI, il cardinale Ottaviani, l’on. Giuseppe Alessi, presidente della Regione Siciliana, e poi diversi ispettori, direttori e confratelli delle case salesiane d’Italia; meritano una speciale menzione Don Stefano Nicoletti, Don Giuseppe Gemmellaro, don Antonio Fasulo, Don Giuseppe Siciliano, Don Vincenzo Zingali.Fra le persone che inviarono offerte per la Biblioteca, non vanno dimenticate il p. Ildebrando Döllein, francescano di Ingolstadt in Baviera, che con il suo interessamento rese possibile l’acquisto della monumentale opera del Mansi Sacrorum Conciliorum nova et amplissima Collectio, di 59 grossi volumi in folio, del costo di DM 8.250, corrispondenti allora alla somma di lire 1.300.000, nonché le sorelle Baluci di Messina, che negli anni ’60, offrirono la cospicua somma di lire 450.000.Negli anni di Don Ravasi alcuni sacerdoti offrirono tutta o quasi tutta la loro biblioteca. Sono da ricordare: Don Marino Vallaro, di S. Germano (Vercelli); Don La Rosa – De Luca, di Barcellona (Messina); Don L. Bestazzi, di S. Fiorano (Milano); don Antonio Canestrari, di Castiglione Veronese; Don Giorgio Caputo di San Teodoro (Messina); Don Delfino Meschini, di Zinasco Vecchio (Pavia); don Battista Inzoli, di Gattolino (Forlì); il Can. Francesco Lombardi, di Terni.Anche dei laici portarono un grosso contributo: il prof. Attilio Gaglio, dell’Università di Catania; il prof. De Rossi dell’Arno; la sig.ra Teresa Calcarea, vedova Sciuto; la prof.ssa Bice Masperi, di Roma; il prof. Pier Luigi Toniolo; la sig.ra Chiara Silvestri, di Milano; la famiglia Thellung di Courtelary, di Roma.Ma anche dopo la partenza di Don Ravasi per il Venezuela (1958) continuarono le donazioni di volumi alla Biblioteca: il can. Musumeci di Giarre (Catania) offre parecchi preziosi volumi; il prof. Francesco Giunta, della Università di Palermo; l’avv. Romano, di Messina; Don Brizio Casciola dona la sua Biblioteca e il suo archivio, l’una e l’altro preziosissimi per la storia del movimento che ebbe il nome di “modernismo”; la sig.na Sofia Idelson (la “zia Sofia”, direttrice della Casa Famiglia “Regina Elena”, creata per le orfane del terremoto di Messina del 1908 e poi per accogliere ragazze bisognose) lascia i suoi numerosi libri alla Biblioteca; i familiari del prof. Pellegrino Giuseppe Mannese, donano tutta la Biblioteca personale del loro congiunto; la vedova del compianto Dott. Filippo Aiello, grande amico dell’Istituto Teologico S. Tommaso, dona alla Biblioteca i numerosi e scelti volumi del marito; la Signora Anna Restifa in Brancato, assieme alle sorelle, Lucia e Maria Rosa, dona i volumi dei tre zii paterni sacerdoti Vincenzo, Gioacchino e Antonio Restifa; ultimamente, i salesiani Don Luigi Alessi, Don Vittorio Lo Paro hanno donato la loro ricca biblioteca personale.

Tra i benefattori della Biblioteca bisogna ricordare tutti i direttori del San Tommaso, che hanno continuato a fornire i mezzi finanziari per l’acquisto, mai interrotto, dei volumi necessari per il continuo aggiornamento; un’altra menzione va fatta per l’ex economo del San Tommaso, don Emilio Armando Lo Paro, che con grande sacrificio e dedizione ha portato avanti sia i lavori di costruzione, sia la sistemazione dei nuovi locali che ospitano oggi la Biblioteca. Un doveroso e riconoscente ricordo va a Don Ferdinando Aronica e Don Giuseppe Pollone che si sobbarcarono, già sin dall’inizio, al pesantissimo lavoro di organizzazione, di acquisti, di catalogazione e schedatura dei volumi. Essi hanno portato avanti il peso della Biblioteca, Don Aronica per l’organizzazione e gli acquisti dei volumi, Don Pollone per la catalogazione e la schedatura, consacrando a questo compito le migliori energie della loro vita, pur continuando i loro impegni di docenza al San Tommaso. Don Nunzio Conte, nuovo Prefetto della Biblioteca, Don Sergio Aidala ed altri collaboratori laici continuano oggi l’impresa; un lavoro nascosto e certosino per una ricca e appassionata promozione culturale.